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28 novembre 2008

Pterosauri e Teropodi: non solo interazioni con gli uccelli

In attesa di pubblicare il post che ho accennato ieri, voliamo un pò in alto...
In genere, il principale argomento che si discute riguardo l'interazione tra teropodi e pterosauri è la presunta (e vaga) idea di una forma di competizione tra pterosauri e aviali durante il Cretacico. Dato che il record fossile di entrambi i gruppi è fortemente condizionato dalla tafonomia, io nutro dubbi che le nostre attuali conoscenza sulla diversificazione dei due taxa siano sufficientemente robuste da permetterci di speculare alcunché di profondo sulle interazioni macroevolutive tra questi cladi di arcosauri volanti. In questo post sarò più modesto, e parlerò delle interazioni individuali accertate tra un teropode ed uno pterosauro.
I casi più sicuri sono due.
Currie & Jacobsen (1995) descrivono i resti di uno pterosauro azhdarchide subadulto di grande taglia dal Cretacico Superiore canadese (probabilmente attribuibile ad un giovane Quetzalcoatlus) recante solchi di denti teropodi all'estremità di una tibia. La presenza di un frammento di dente teropode ancora conficcato conferma l'interpretazione dei solchi e permette l'identificazione dell'autore: un Dromaeosauridae di grado dentale velociraptorino, probabilmente, data la localizzazione geografica e cronologica, Saurornitholestes. Dato che l'apertura alare dello pterosauro in questione è di circa 6 metri, contro i 2 di lunghezza totale di Saurornitholestes, l'interpretazione più probabile è che il teropode non abbia ucciso lo pterosauro, ma si sia limitato a nutrirsi della carcassa. Aspetto interessante, il frammento di dente, rimasto conficcato per oltre 70 milioni di anni, ci induce a interpretare le pareti delle ossa degli pterosauri come estremamente compatte e robuste, difficili da scalfire, a differenza dell'interno delle ossa, cavo e trabecolato.
Il secondo caso, descritto da Buffetaut et al. (2004), risale al Cretacico Inferiore del Brasile. Una serie articolata di tre cervicali di pterosauro dalla Formazione Santana presenta un dente di spinosaurino (probabilmente riconducibile a Irritator) conficcato nell'arco neurale di una delle tre vertebre. Anche in questo caso, appare evidente che le ossa degli pterosauri avessero pareti straordinariamente compatte, che costringevano i teropodi a esercitare morsi con pressioni così elevate da provocare non solo la rottura del dente (fenomeno relativamente frequente in animali a sostituzioni dentarie multiple) ma persino l'incastro permanente di parti dei denti nelle ossa. Non sappiamo se lo pterosauro fu ucciso dal teropode, oppure, come è probabile nel caso di Currie & Jacobsen (1995), se anche questo fu un caso di saprofagia.

Bibliografia:
Buffetaut E., Martill D. & Escuillié F., 2004 - Pterosaurs as part of a spinosaur diet. Nature 430:33.
Currie P.J. & Jacobsen A.R., 1995 - An azhdarchid pterosaur eaten by a velociraptorine theropod. Canadian Journal of Earth Sciences 32: 922-925.

2 commenti:

  1. scusami, ma utilizzando questi, pochi, dati sarebbe possibile imbastire una ricerca scientifica (biomeccanica) per stabilire una stima di massima sulla resistenza delle ossa di pterosauro?

    Sono stupefatto ogni volta che rileggo questo post, pensando che gli Azharchidae, animali così leggeri e snelli, avevano ossa così robuste e dure.

    Spezzare denti di uno spinosauride.....e provocarne l'incastro in un osso altrimenti intatto.....

    Comunque grazie anche per l'altra risposta che mi ai dato stasera.

    Erodoto

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  2. Non saprei, non ho competenze di biomeccanica tali da per poterlo dire.
    Per quel che riguarda la capacità di spezzare un dente di theropode: se era prossimo alla sostituzione, quindi con la radice in riassorbimento, non sarebbe difficile provocarne il distacco dall'alveolo.

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